9 ottobre 2019
LA LUISONA
Come la Luisona ritratta da Stefano Benni in Bar Sport, la nostra tortona ci segue dalle prime partite di quest'anno senza che nessuno osi aprirla nè tantomeno mangiarla. Oramai si perde nella notte dei tempi l'arrivo nella borsa delle cibarie della nostra Luisona e non si sa chi l'ha portata, forse si è autogenerata nel saccone magico. Oramai guai a mangiarla, a meno che il coraggioso, o incauto, goloso non voglia rischiare pene simili a quelle descritte qui sotto.
Bar Sport
La Luisona
La Luisona
Stefano Benni
Al bar Sport non si mangia quasi mai. C’è una bacheca con delle paste, ma è puramente
coreografica.
Sono paste ornamentali, spesso veri e propri pezzi d’artigianato. Sono lì da anni, tanto che i clienti
abituali, ormai, le conoscono una per una. Entrando dicono: «La meringa è un po’ sciupata, oggi.
Sarà il caldo». Oppure: «È ora di dar la polvere al krapfen». Solo, qualche volta, il cliente
occasionale osa avvicinarsi al sacrario. Una volta, ad esempio, entrò un rappresentante di Milano.
Aprì la bacheca e si mise in bocca una pastona bianca e nera, con sopra una spruzzata di quella
bellissima granella in duralluminio che sola contraddistingue la pasta veramente cattiva. Subito
nel bar si sparse la voce: «Hanno mangiato la Luisona!»
La Luisona era la decana delle paste, e si trovava nella bacheca dal 1959. Guardando il colore
della sua crema i vecchi riuscivano a trarre le previsioni del tempo. La sua scomparsa fu un colpo
durissimo per tutti. Il rappresentante fu invitato a uscire nel generale disprezzo. Nessuno lo toccò,
perché il suo gesto malvagio conteneva già in sé la più tremenda delle punizioni. Infatti fu trovato
appena un’ora dopo, nella toilette di un autogrill di Modena, in preda ad atroci dolori. La Luisona si
era vendicata.
La particolarità di queste paste è infatti la non facile digeribilità.
Quando la pasta viene ingerita, per prima cosa la granella buca l’esofago. Poi, quando la pasta
arriva al fegato, questo la analizza e rinuncia, spostandosi di un colpo a sinistra e lasciandola
passare. La pasta, ancora intera, percorre l’intestino e cade a terra intatta dopo pochi secondi. Se
il barista non ha visto niente, potete anche rimetterla nella bacheca e andarvene.
Stefano Benni
Nessun commento:
Posta un commento