type="text/css"> le sFATtINE: A grande richiesta un post senza numeri

22/07/2015

A grande richiesta un post senza numeri

Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita. Ah quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura!
Tant'è amara che poco è piú morte; ma per trattar del ben ch'io vi trovai, dirò dell'altre cose ch'i' v'ho scorte.
Io non so ben ridir com'io v'entrai, tant'era pieno di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch'i' fui al piè d'un colle giunto, là dove terminava quella valle che m'avea di paura il cor compunto, guardai in alto, e vidi le sue spalle vestite già de' raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogni calle.
Allor fu la paura un poco queta che nel lago del cor m'era durata la notte ch'i' passai con tanta pièta.
E come quei che con lena affannata uscito fuor del pelago alla riva si volge all'acqua perigliosa e guata, cosí l'animo mio, ch'ancor fuggiva, si volse a retro a rimirar lo passo che non lasciò già mai persona viva.
Poi ch'èi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sí che 'l piè fermo sempre era 'l piú basso.
Ed ecco, quasi al cominciar dell'erta, una lonza leggiera e presta molto, che di pel maculato era coverta; e non mi si partía d'innanzi al volto, anzi impediva tanto il mio cammino, ch'i' fui per ritornar piú volte volto.
Temp'era dal principio del mattino, e 'l sol montava 'n su con quelle stelle ch'eran con lui quando l'amor divino mosse di prima quelle cose belle; sí ch'a bene sperar m'era cagione di quella fera alla gaetta pelle 5 l'ora del tempo e la dolce stagione; ma non sí che paura non mi desse la vista che m'apparve d'un leone.

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